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Ansia e Disturbi d’ansia

Cos’è l’Ansia?

L’ansia è un’emozione ed in quanto tale non è di per sé un fenomeno anormale, bensì è uno stato di attivazione dell’organismo di fronte ad una situazione percepita soggettivamente come pericolosa.

L’APA (American Psichiatric Association , 1994) la descrive come una anticipazione apprensiva di un pericolo o un evento futuro negativo, che si accompagna a disforia o a tensione e gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che al mondo esterno dell’individuo. In pratica la persona tende ad avere pensieri ricorrenti e preoccupazioni, tende ad evitare situazioni e fisiologicamente percepisce sudorazione, tremolio, tachicardia, vertigini o capogiri.

Sintomi d’Ansia

I sintomi tipici dell’ansia sono: cognitivi, comportamentali e fisici.

  • Sono sintomi cognitivi dell’ansia il senso di vuoto mentale, il senso crescente di allarme e di pericolo, le immagini, i ricordi e i pensieri negativi, i comportamenti protettivi cognitivi, la sensazione di essere osservati e di essere al centro dell’attenzione altrui.
  • Sono sintomi fisici dell’ansia quelle manifestazioni fisiologiche come la tensione, il tremore, il sudore, la palpitazione, l’aumento della frequenza cardiaca, le vertigini, la nausea, il formicolio alle estremità ed intorno alla bocca, la derealizzazione e la depersonalizzazione.
  • Sono sintomi comportamentali dell’ansia la tendenza ad esplorare l’ambiente per cercare spiegazioni e rassicurazioni , la tendenza all’anassertività, i comportamenti protettivi come farsi accompagnare, controllare ogni minimo disturbo sul corpo, assumere ansiolitici al bisogno, ecc.

Ansia e paura. Come si distingue l’ansia dalla paura?

L’ansia include tutti quei disagi rappresentati dall’idea di costrizione, dall’imbarazzo, dall’incertezza del futuro, dalla paura e dalla preoccupazione non connessi apparentemente a uno stimolo specifico. Questo al contrario della paura che presuppone un reale pericolo.

L’ansia è diversa dalla paura, perché la paura è una reazione funzionale per affrontare un pericolo immediato; la paura è una riposta di “attacco o fuga”, che fa mobilitare le nostre risorse per affrontare la minaccia o per fuggire da essa.

Nelle giuste circostanze la paura può salvarci la vita, così come l’ansia, che, se non eccessiva, ci aiuta ad individuare le minacce future e a premunirci contro di esse nel caso dovessimo affrontare la situazione temuta.

A certi livelli anche l’ansia è utile, perché ci permette di essere performanti più di quanto potremmo esserlo quando siamo tranquilli ( Legge di Yerkes e Dodson, 1908).

L’Ansia Patologica e i Disturbi d’Ansia

Il problema o patologia è dato dalla quantità, dalla quota d’ansia che esperiamo e non dall’ansia in sé. Purtroppo si è portati a pensare che l’ansia sia sempre patologica, soprattutto quando in passato si è sofferto d’ansia.

Chi ha sofferto d’ansia tende a catastrofizzare ogni minimo segnale d’ansia ed anche quando si sente meglio un granello di sabbia diventa una montagna, per cui la persona entra in un “circolo vizioso” che ristabilisce il disturbo . Per questo motivo l’ultima fase della psicoterapia sul disturbo d’ansia viene centrata sull’acquisizione della capacità di distinguere i normali segnali d’ansia: bisogna intervenire sulla tendenza alla catastrofizzazione (con la decatastrofizzare), per evitare le ricadute nel disturbo.

In quest’ultima fase di solito lavoro pure sull’acquisizione della sicurezza e fiducia in sé stessi, nonché sull’autostima, che sono prerequisiti per il mantenimento di uno stato di benessere, una sorta di “vaccinazione” alla ricaduta nel disturbo.

I disturbi d’ansia differiscono dalla normale paura o ansia evolutive perché sono eccessivi e persistenti rispetto allo stadio di sviluppo e durano 6 mesi o più ( APA- American Psichiatric Association- DSM-5, 2013).

I Disturbi d’ansia si sviluppano prevalentemente in età infantile e tendono a persistere se non curati. Sono più frequenti nella popolazione femminile ( 2:1) e la diagnosi viene fatta quando il problema non è attribuibile all’assunzione di un farmaco o di una sostanza, o ad un’altra condizione medica, o ad un altro disturbo mentale.

Per approfondimenti leggere anche articoli:
I disturbi d’ansia nell’infanzia e nell’adolescenza” – Dott.ssa Loretta Bezzi

Vengono distinti i seguenti più frequenti disturbi d’ansia nel DSM-5 (APA, 2013):

  • Disturbo d’ansia da separazione ( nel 4% dei bambini e 1,6% degli adolescenti)
  • Fobia Specifica ( es. aereo, spazi chiusi, ragni, cani, serpenti, insetti, ecc.; negli USA dal 7 al 9 % della popolazione, mentre in Europa il 6% e nei paesi asiatici, africani e latinoamericani dal 2 al 4%)
  • Disturbo d’ansia sociale ( fobia sociale; negli USA il 7% della popolazione, mentre in Europa il 2,3%)
  • Disturbo di Panico e Agorafobia ( paura di stare in situazioni in cui non vi sia una rapida via di fuga; negli USA e in alcuni paesi Europei il panico riguarda il 2,3% della popolazione, mentre nei paesi asiatici, africani e latinoamericani dall’ 0,1 al 0,8% della popolazione; l’agorafobia è presente nel 1,7%)

Dal BLOG: “Attacchi di Panico: trattamento integrato con Psicoterapia cognitivo-comportametale

Slide del corso formazione “ Gli Attacchi di Panico e l’Agorafobia” – Dott.ssa Loretta Bezzi)

  • Disturbo d’ansia generalizzata ( riguarda negli USA il 2,9% della popolazione, mentre negli altri paesi dal 0,4 al 3,6%)
  • Disturbo ossessivo-compulsivo
  • Disturbo da Stress Post Traumatico

Per approfondimenti leggere anche gli articoli:

Ipocondria: l’ansia per la salute” – Dott.ssa Loretta Bezzi

Ipocondria: trattamento cognitivo-comportamentale” – Dott.ssa Loretta Bezzi

Questi frequenti disturbi (ne esistono anche altri meno frequenti) sono piuttosto invalidanti e talvolta non rispondono bene ai farmaci, per cui necessitano di interventi più mirati.

Ansia, Cura e Rimedi

Nei casi in cui l’ansia diventa estrema e incontrollabile (disturbo d’ansia) è necessario un intervento professionale, per aiutare a gestirla.

La psicoterapia che ha mostrato maggiori tassi di efficacia, tanto da diventare il trattamento di prima scelta (prima dei farmaci) è risultata essere la terapia cognitivo-comportamentale, tanto che la comunità scientifica e la Medicina Basata sulle Evidenze la annovera come la strategia numero uno nella cura dell’ansia e dei suoi disturbi. Il trattamento dura alcuni mesi, le sedute sono prevalentemente a cadenza settimanale.

Per quanto riguarda i farmaci, quelli che vengono utilizzati maggiormente sono gli ansiolitici (benzodiazepine), ma vanno impiegati per brevi periodi, perché inducono problemi di assuefazione e di astinenza, che peggiorano la situazione invece che migliorarla.

A questi farmaci si aggiungono gli antidepressivi di ultima generazione con una funzione ansiolitica, che hanno una certa efficacia, ma che però solitamente si perde alla sospensione della terapia.

Per questo motivo prima di scalare questi farmaci ansiolitici e antidepressivi sarebbe opportuno intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale, che consentirebbe di fornire gli strumenti per gestire l’ansia, ridurla ed eliminarla con tecniche di “ristrutturazione cognitiva”, al fine di smantellare gli “ schemi cognitivi disfunzionali” ,le “credenze irrazionali”, che portano al rimuginio e per imparare a tollerare l’incertezza e il dubbio (terapia cognitiva standard).

Anche la terapia metacognitiva dell’ansia (una derivazione della precedente e da integrare alla precedente) è molto utile, perché si focalizza sui fattori che contribuiscono allo sviluppo del disturbo, come le credenze negative riguardo la pericolosità e l’incontrollabilità del rimuginio, le credenze metacognitive positive riguardo il rimuginio come le modalità di coping efficace e altri aspetti comportamentali come i tentativi di evitare il rimuginio e il controllo dei pensieri.

Altri rimedi alternativi per curare l’ansia sono le tecniche di rilassamento, la meditazione mindfulness, i rimedi naturali come la valeriana o altri prodotti erboristici, che possono essere di aiuto nel coadiuvare un trattamento psicoterapeutico.

Problemi correlati all’Ansia

Sono in comorbilità con i disturbi d’ansia ( in copresenza) i disturbi depressivi, bipolari, l’ADHD, le patologie respiratorie, cardiache e gastrointestinali, l’artrite e l’ipertensione (Sareen et al., 2006). I pazienti con queste comorbilità evidenziano un decorso clinico peggiore, una qualità della vita inferiore rispetto a quelli colpiti unicamente da un disturbo d’ansia . (Sareen et al., 2006)

Infine altri problemi legati all’ansia, che non fanno parte dei disturbi d’ansia in senso stretto, sono: la paura di volare, la paura di guidare, l’ansia da separazione associata a crisi di panico e all’agorafobia, l’ansia da prestazione che è spesso correlata ai disturbi sessuali, alla fobia sociale e ad alcuni disturbi di personalità.

Bibliografia di riferimento

American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.

Sareen, J., Jacobi, F., Cox, B. J., Belik, S. L., Clara, I. & Stein, M. B. (2006). Disability and poor quality of life associated with comorbid anxiety disorders and physical conditions. Archives of Internal Medicine, 166(19), 2109-2116.

Yerkes RM, Dodson JD (1908). The relation of strength of stimulus to rapidity of habit-formation”. Journal of Comparative Neurology and Psychology 18: 459–482. doi:10.1002/cne.920180503.

Braconnier A., Piccoli o grandi ansiosi? Come trasformare l’ansia in una forza, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2003

Dugas, M. J., & Robichaud, M. (2007).Cognitive-behavioral treatment for generalized anxiety disorder: From science to practice. New York/London: Routledg

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