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La depressione bipolare: trattamento cognitivo-comportamentale

A cura della Dott.ssa Loretta Bezzi, Psicologa-Psicoterapeuta SITCC La depressione è la malattia mentale più diffusa al mondo ed è in continua crescita. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è un’emergenza mondiale non solo per la grandezza del numero delle persone che ogni anno si ammalano, ma anche per gli effetti che il disturbo comporta. Infatti anche quando non si arriva al suicidio (la probabilità di suicidio è del 15% circa) si ha comunque un notevole deterioramento psicosociale, una compromissione in aree importanti della vita : la persona non riesce più a lavorare o a studiare, a mantenere relazioni sociali ed affettive, a provare piacere ed interesse nelle attività, manifesta maggiori difficoltà relazionali, maggiore incapacità nell’adempiere il proprio ruolo in famiglia e presenta uno stato di salute peggiore.

Ogni anno si ammalano di depressione circa 100 milioni di persone nel mondo , il 75% non viene trattato o riceve cure inappropriate. Si stima che circa un terzo della popolazione mondiale soffrirà di un episodio di depressione lieve durante la propria vita; i tassi di prevalenza del disturbo per un periodo superiore ai 12 mesi oscillano tra il 2,6% e il 12,7% negli uomini e il 7% e 21% nelle donne. Si ipotizza che tra circa 15 anni nel mondo la depressione clinica avrà un peso sulla salute secondo solo alla malattia cardiaca cronica (Hartley, 1998, WHO, 1998). La depressione è in aumento tra le persone giovani, gli adolescenti e i giovani adulti.

Cos’è la depressione bipolare?

La depressione bipolare (si distingue in depressione bipolare I e in depressione bipolare II, la depressione bipolare I è più grave) è una malattia mentale cronica e grave caratterizzata da episodi ricorrenti di depressione maggiore e mania. Una volta presentatosi dura tutta la vita, porta con sé un alto rischio di suicidio e spesso si presentain comorbilità con l’abuso di sostanze. La diagnosi può avvenire dopo che il soggetto abbia fatto esperienza del suo primo episodio di mania o di un episodio misto. La mania (DSM-IV-R, APA, 1994)è un periodo di umore espanso, euforico e irritabile che dura una settimana o meno in caso di ospedalizzazione. Devono esserci 3 sintomi addizionali di maniacalità che si presentano contemporaneamente in caso di umore euforico o 4 sintomi addizionali se l’umore è irritabile. Questi sintomi addizionali includono grandiosità, diminuito bisogno di sonno, rapido succedersi dei pensieri, agitazione psicomotoria, aumento dell’attività finalizzata e comportamenti con alto rischio di conseguenze negative. Durante un episodio misto i sintomi di depressione maggiore e mania si manifestano simultaneamente, oppure in rapida successione. Le “ricorrenze” sono da considerarsi episodi sintomatici, che si manifestano dopo un periodo di benessere, mentre le “ricadute” rappresentano il ritorno allo stato pienamente sintomatico, dopo un periodo durato almeno due mesi, in cui c’è stato un certo miglioramento dei sintomi. (William J. Lyddon, John V. Jones, Ir, 2002). Gli psicofarmaci rappresentano il trattamento elettivo per controllare gli episodi di depressione e mania, ma il solo trattamento farmacologico di rado è sufficiente per controllare e prevenire i sintomi. La terapia cognitivo-comportamentale (Basco e Rush, 1996) si pone come complemento alla farmacoterapia, la depressione bipolare è una malattia biologica, che richiede un trattamento biologico (stabilizzatori del tono dell’umore, litio, antipsicotici atipici).

La terapia cognitivo-comportamentale nel disturbo bipolare (Basco e Rush, 1996) ha la funzione di potenziare l’intervento farmacologico: le prime 4 sedute vengono impiegate per istruire i pazienti e le loro famiglie sulla malattia e sulla possibilità di trattamento; la 5° e la 6° seduta vengono centrate sul miglioramento dell’aderenza alla farmacoterapia, sviluppando un sistema di allarme rispetto al ripresentarsi dei sintomi; la 7° seduta serve per migliorare la compliance rispetto alla terapia farmacologica; dalla 8° alla 13° seduta viene fornita una CBT Skill per il controllo dei sintomi, con metodi personalizzati per individuare i sintomi sub-sindromici della depressione e della mania; infine dalla 14° alla 20° seduta vengono sviluppate le abilità di problem-solving per aiutare a fronteggiare i comuni stressorpsicosociali e interpersonali.

Come agisce la terapia cognitivo-comportamentale?

La terapia cognitivo-comportametale modifica la modalità di pensare, lo stile cognitivo “depressogeno”; può eliminare la cronicità nella “depressione unipolare” e può contribuire a prevenire le ricadute evitandole, sia nella depressione “unipolare” che “bipolare”. La terapia cognitivo-comportamentale agisce cambiando la lettura delle esperienze negative, insegna a fronteggiarle , ad affrontarle e ad evitarle, aumentando la qualità di vita della persona e la sua capacità di procurarsi eventi positivi. La persona viene messa nella condizione di trarre nuovamente soddisfazione e piacere dagli eventi positivi della vita, partendo dalle attività quotidiane viene posta nella condizione di poter attuare cambiamenti nella propria vita quotidiana, per evitare di incappare in eventi che possano condurre alla depressione.

In conclusione è conoscendo la tipologia della depressione, lo stile cognitivo, il modo di pensare della persona che soffre di depressione che diventa possibile prevenire le ricadute e curare la depressione.

 

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